Area Psico-Sociale

Generazione Ansia, gli adolescenti di oggi con la fatica emotiva di non essere abbastanza

In una società basata sulla prestazione, la cultura della grinta è l’unico talento da far emergere

Nella società di oggi, iperprestazionale “il bullo peggiore, non è fuori, ma è dentro di noi.

Mentre l’adolescente-Icaro di ieri volava troppo in alto, i nuovi Icaro hanno paura di volare. Le loro ali tremano per la paura di sbagliare, cadere e fallire; tremano per l’ansia che ostacola la serenità del loro volo, a scuola come nella vita. È quella voce che dice, sia a noi che ai nostri ragazzi, che non siamo abbastanza, che non ce la faremo che tentare è inutile, se sai già di fallire”. Lo spiega all’ANSA Stefano Rossi, psicopedagogista e direttore scientifico di MyEdu Coaching, tra i massimi esperti di adolescenza del Paese (in uscita con “Se non credi in te, chi lo farà?” per Feltrinelli). E racconta la Generazione Ansia.
“Viviamo in tempo diverso, l’ansia dei ragazzi è figlia del fatto che il mondo è cambiato. Per le generazioni di “ieri” il mondo era verticale, in cielo c’erano i valori e a livello educativo si introduceva il senso di colpa. Si chiedeva loro di esser bravi bambini e se non ci si comportava bene si faceva leva sul “castigo”. Oggi invece il mondo è orizzontale, è un mondo basato sul principio della prestazione dove in cielo non ci sono più i valori ma ogni “io” che si fa “dio” e ci si scontra, si compete e si è avversari gli uni contro gli altri. Nel cuore degli adolescenti di ieri c’era soprattutto il senso di colpa con cui confrontarsi, invece gli adolescenti di oggi provano fatica emotiva che si traduce in un grande senso di inadeguatezza, per il non riuscire a stare al passo, per la paura di fallire, di non esser abbastanza (es. abbastanza magri, belli, popolari ecc). La società della prestazione è anche – spiega Rossi –  in correlazione con la società delle metriche perchè questa generazione di adolescenti che oggi “vive” sulle piattaforme social, sa praticamente da sempre che un video, un contenuto, diventava importante se otteneva delle metriche gigantesche in termini di numero di visualizzazioni, di commenti, condivisioni e like. Ed è per questo che i ragazzi hanno iniziato a pensare e ragionare con le categorie dei social ovvero le metriche (es. I casi di ragazze con disturbi del comportamento alimentare perché si basano sulle metriche della magrezza, o anche nei ragazzi si riscontrano comportamenti ossessivi compulsivi per l’esercizio fisico, “la metrica del bicipite, dell’ addominale”, come anche fissazione della ricchezza e della popolarità tanto che tra le professioni ambite dagli adolescenti di oggi vi è quella dell’ influencer.

Come sostenere gli adolescenti? La cultura della grinta è l’unico talento

Cosa occorre allora ai nostri adolescenti per brillare? Risponde Stefano Rossi
“I genitori e in generale gli educatori, il personale scolastico, devono aiutare i giovani a sconfiggere il proprio “bullo interiore” e aiutarli a trasformare la “paura di volare” nella “gioia di spiccare il volo”. Una gioia che si lega ad un’arte preziosa: l’arte di imparare a volersi bene. Perché, se non credi in te, chi lo farà? Bisogna sostenere i giovani anche nei loro insuccessi ed aiutarli ad accettarli perché oggi gli adolescenti avvertono il peso della responsabilità di doversi costruire la propria strada, di dover raggiungere il successo e se non ce la fanno si sentono colpevolizzati e scoraggiati (“Se non ce la fai è solo colpa tua”).
Prima indicazione operativa per i genitori è quindi quella di aiutare i figli a trasformare la cultura delle metriche e del risultato nella cultura della grinta.
In buona fede in una società basata sulla prestazione, i primi ad esser in ansia sono gioco forza anche i genitori che non sognano più di aver un bravo bambino ma un figlio medaglia d’oro, prestazionale che dal punto di vista delle metriche batte ogni record. Pertanto il primo passo sia come genitore e che come figlio è quello di riconoscere la tossicità della cultura delle metriche e sposare la cultura della grinta.
La grinta è l’unico talento che fa emergere tutti gli altri, insegnare a tutti i figli che dentro di noi c’è un fuoco, il fuoco della passione, della tenacia della determinazione. La grinta è un fuoco democratico e inclusivo a cui tutti possiamo accedere. Se tu dai il meglio, fai bruciare al massimo il tuo fuoco, non devi mortificarti se il risultato non arriva ma devi imparare a fare la cosa più difficile ovvero imparare a volerti bene e aver empatia con te stesso.
Oggi molti genitori in buona fede si sostituiscono ai figli: usano il proprio “mantello da supereroe” per evitare che i figli facciano fatica, per evitare che i figli sperimentino la dimensione negativa dell’esistenza. Bisogna sapere donare ai ragazzi anche la gioia delle salite perché quando conquistiamo un traguardo o una sfida con la nostra forza e con il nostro sudore la vetta che si apre davanti a noi è un mondo che prima non vedevamo.
E’ con le salite che Icaro ritrova la forza nelle sue ali. Una quota di negativo va lasciata se no il rischio è quello di crescere una delle più generazioni più fragili della storia. (es. Neolaureati che si presentano al colloqui di lavoro con genitori in corridoio). L’autostima si fonda sul fronteggiamento delle salite. Ed è solo con le salite e l’amore incondizionato che i nostri figli scoprono la forza delle loro ali. Credere che in ognuno di noi ci sia la propria stella. In un mondo incerto c’è la certezza che se trovi la rotta del tuo desiderio riuscirai ad avere una tua direzione.
I nuovi adolescenti sono più fragili? Come equipaggiare i figli alle sfide della vita è l’appuntamento con Rossi al Salone del Libro 2024 di Torino, sabato 11 maggio alle ore 10.30, un incontro promosso dal portale MyEdu con lo psicopedagogista che ne cura la direzione scientifica e contiene contenuti di professionisti che curano i diversi ambiti della genitorialità quali Mila Valsecchi, esperta in neuroscienze e formazione, Pilar Nannini, pediatra e nutrizionista; Simona Viberti, style and closet organizer; Davide Donà, allenatore sportivo; Sarah Cibrario, docente e musicista; Rossana Candia, esperta in mindfulness.

Da una ricerca condotta lo scorso anno da Fondazione Gemelli IRCCS e UNICE F sulla situazione dei giovani in Italia, il 39% della popolazione avverte e soffre di una sintomatologia affettiva ansioso-depressiva. Altrettanto dato preoccupante emerso dalla ricerca è la sempre maggior diffusione dei Disturbi di Apprendimento (DSA) tra i giovani adulti. Dei 1.571 i giovani coinvolti nel progetto, 971 sono stati sottoposti a valutazione psicodiagnostica e presi in carico; fra questi 462 ragazzi (o il 47% del campione) hanno messo in luce una condizione di Disturbo Specifico di Apprendimento (DSA); il 53% restante del campione presenta altre condizioni, tra cui disturbi del neurosviluppo, come disabilità intellettiva.
Secondo l’ultima indagine di Telefono Azzurro: 1 ragazzo su 5 si sente in ansia e per 1 su 3 chiedere aiuto ad un esperto di salute mentale è motivo di vergogna. (Dati emersi dal 17° congresso internazionale dedicato alla salute mentale di Bambini e Adolescenti).
Secondo i dati dell’Osservatorio ABA e ISTAT, in Italia l’8-10% delle ragazze e lo 0,5-1% dei ragazzi soffrono di anoressia o bulimia.

 

Articolo tratto dal sito www.ansa.it sezione https://www.ansa.it/canale_lifestyle/notizie/teen/2024/04/22

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