Area Culturale

Toponomastica – III municipio – Dov’è STO

Con oltre 200.000 abitanti, il terzo Municipio è collocato a nord del centro cittadino.  La fisionomia del IV Municipio comincia a svilupparsi negli anni Venti quando, su progetto dell’architetto Gustavo Giovannoni, venne costruita la Città Giardino-Aniene ispirata al modello della garden-city dei paesi nordeuropei, Inghilterra soprattutto. L’intero municipio si è caratterizzato, e si caratterizza ancora, per un notevole “dinamismo” edilizio che costantemente trasforma il panorama delle aree periferiche.

Molte strade nel municipio hanno toponimi che ricordano valli, monti, passi alpini ed appenninici, isole, città e paesi d’Italia. Man mano che i quartieri crescevano e si sviluppavano, sono state dedicate strade e piazze anche a scrittori e poeti, critici e letterati, attori e registi, cantanti di musica lirica e pop in un “tripudio” di genere maschile che può essere sintetizzato in poche cifre: su un totale di 882 toponimi, 346 ricordano figure maschili mentre 54 nomi  si riferiscono a figure femminili, in un rapporto fra loro che equivale al 15,61%.

Queste possono essere raccolte in tre categorie: attrici o personaggi del mondo dello spettacolo e della cultura: cantanti liriche, scrittrici e poetesse.

Il Centro per la Famiglia si trova a Via Sergio Tofano, 90, ma chi era Sergio Tofano detto STO.

Attore, autore e regista (Roma 1886 – ivi 1973); figlio di un magistrato, studiò diritto a Roma, frequentando contemporaneamente la scuola di recitazione diretta da V. Marini. Ingegno poliedrico, attore colto e sottile, di un umorismo penetrante, ha anche creato, con lo pseudonimo Sto, una maschera, il Signor Bonaventura, per il divertimento dei bimbi, sul Corriere dei Piccoli e a teatro, dove egli stesso ha ideato le fantasiose messinscene delle sue favole. Ottimo attore cinematografico, soprattutto come caratterista nella commedia (La segretaria privata, 1931; O la borsa o la vita, 1933; Seconda B, 1934), diresse anche, con minor fortuna, Cenerentola e il Signor Bonaventura (1942) e Gian Burrasca (1943). Disegnatore dall’elegantissimo tratto di gusto déco (nella grafica pubblicitaria e nella moda come nell’illustrazione di libri per ragazzi) ed estroso narratore in prosa e in versi, scrisse e illustrò, con lo pseudonimo citato, vari libri di favole (Storie di cantastorie, 1920; I cavoli a merenda, 1920; ecc.). La moglie, Rosetta Cavallari, spigliata attrice, recitò sempre a fianco del marito, e fu poi estrosa scenografa e costumista.

Il Signor Bonaventura Personaggio tra i più amabili del fumetto italiano, creato nel 1917 per il Corriere dei piccoli da Sergio Tofano il cui pseudonimo era STO.

Il signor Bonavenura è caratterizzato da una stravagante marsina di colore rosso, un cappello a bombetta e dei pantaloni bianchi molto larghi. Nel corso delle sue avventure viene sempre accompagnato da uno strano cane bassotto di colore giallo, che molto spesso si rivela un protagonista determinante per lo sviluppo degli eventi.

All’inizio di ogni storia, il signor Bonaventura è sempre povero e affamato, in cerca di qualche occupazione o qualche modo per sbarcare il lunario, ma grazie alla sua generosità e ad una buona dose di coincidenze fortuite, riesce sempre a togliere dai guai qualche persona benestante e ad essere ricompensato con “un milione”, che nel dopoguerra vista l’inflazione è diventata l’astronomica cifra di “un miliardo” di lire. Ogni storia possiede lo stesso schema narrativo, pertanto nonostante dovrebbe essere ricchissimo, Bonaventura inizia le sue avventure sempre povero e squattrinato.

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